di Gaia Di Lenardo
Istituto Comprensivo “Margherita Hack” Maniago
Voglio raccontarvi la mia storia, una storia che è soprattutto d’amore. Sono nato in quell’angolo di terra ricco di profumi e sapori, terra che è famosa per il suo buon gusto e per i suoi contrasti; una terra che mescola tradizioni antiche con quelle moderne, patria di poeti,scrittori e viaggiatori; una terra di confine crocevia di grandi imprese.
Sono Friulano di nome e di fatto. Il mio aspetto è dorato chiaro; sono di carattere fine, delicato ma ricco di sapori. Il mio profumo ricorda molto la mandorla amara.
Amo follemente la mia terra.
L’unica debolezza che ho, però, è lei, uno dei cavatappi più belli che abbia mai visto.
Ricordo ancora quel giorno, quando la conobbi; ero appena stato spacchettato dal commesso e stavo cercando di ambientarmi un po’, quando, venni preso e portato nella vetrina del negozio; li, a pochi centimetri da me c’era una delle più belle creature che avessi mai visto. Aveva un corpo molto fine e delicato, era ricoperta di colore bruno, un bruno molto caldo e terminava con una punta perfettamente affilata, la sua delicatezza e la sua leggerezza ricordavano molto quella di una ballerina di danza classica; fu sicuramente un amore a prima vista il mio.
Quando, un giorno, un signore decise di comprarci assieme fui il vino più felice del mondo; appena ci misero dentro la busta iniziai, timidamente, a parlare con lei; dal suo accento capii che anche lei era sicuramente di questa zona, lei mi disse che era stata fabbricata in una città famosa per i suoi coltelli e le sue lame.
Arrivati nella casa l’uomo ci sistemò in una grande vetrina della cucina; quando poi rimanemmo soli iniziammo a conoscerci meglio, gli raccontai la mia storia e gli parlai della mia amata terra, lei era molto affascinata e sempre più interessata a me.
Il padrone di casa ogni sera la portava in tavola e stava con la famiglia, lei si rendeva utile per i bambini e per i grandi ed assieme alle forchette ed ai coltelli volteggiava nella tavolata come se ogni sera ci fosse uno spettacolo,ed io non smettevo mai di guardarla; tutti la trattavano come se fosse l’oggetto più prezioso del mondo e stavano sempre attenti a non rovinarla; mi disse che era felice di essere capitata in questa famiglia.
Un giorno la nostra routine venne scossa, l’uomo prese me e la mia amata e delicatamente ci mise all’interno di una scatola interamente fatta di legno; entrambi ci chiedevamo dove ci stesse portando.. una volta usciti da essa ci ritrovammo in una sala immensa e con tantissime persone all’interno, io mi stavo chiedendo dove eravamo capitati, lei mi spiegò che era sicuramente un concorso, ora capii come mai l’uomo non mi aveva mai portato in tavola; c’erano tantissimi vini che riconobbi, amici di vecchia data che finalmente dopo tanti tempo rividi.
La giuria pian piano inizio la degustazione, io ero molto emozionato ma con lei al mio fianco non avevo per nulla paura, anzi, ero molto orgoglioso. Fu una serata molto lunga, ricca di emozioni; il momento del verdetto era arrivato; la giura decretò finalmente il vincitore e, con sorpresa, fui io. Ed allora dentro di me si scatenò un turbinio di emozioni, la gioia, la fierezza, la responsabilità e la consapevolezza di quel che ero e di quello che sarei diventato perché da quel momento in poi avrei rappresentato una grande terra, la mia terra.