UN BIVIO TAGLIENTE

Giulio Bissoli

Scuola Superiore Ricci – Legnago – Verona

Mai pensare che un regalo sia inutile, ne sa qualche cosa Renzo, un ragazzo col talento del cuoco nel sangue.

Caro lettore, ascolta bene questa storia perché dovrai dirci tu, in seguito, come dare una svolta decisiva alla vita di Renzo”.

Partiamo dal lontano 1998 con una semplicissima visita alla nonna di Renzo.
Come sempre, la nonna accolse Renzo a braccia aperte ma stavolta non gli offrì il solito caffè, bensì qualcosa di molto speciale: aprì un cassetto e tirò fuori un pacchetto, mettendolo nelle mani di Renzo con un accenno di rimpianto. Renzo non capì bene cosa stava succedendo, era tutto così… strano, se ne stava in silenzio come se nulla fosse. La nonna, con voce triste ruppe il silenzio che si era creato in casa, dicendogli che l’oggetto nel pacchetto era stato la chiave del successo, come chef, del nonno quando era ancora in vita; gli chiese anche il favore di non aprire il pacchetto davanti a lei, ma di farlo una volta giunto a casa. Renzo rimase sorpreso dallo strano dono ricevuto dalla nonna e, sbalordito, la ringraziò con un po’ di pena nel cuore ma pieno di curiosità. Mentre correva verso casa, si domandava cosa potesse esserci nella scatola e come avrebbe potuto essere la chiave del successo del nonno. Renzo non lo aveva mai stimato, perché era stato un egoista: lasciava sempre sola la nonna e se ne andava in giro per il mondo seguendo la sua carriera. Mentre correva, a Renzo tornò in mente tutto questo e proietta tutto il suo rancore su quel pacchetto. Quindi, quando Renzo arrivò davanti alla porta di casa, pieno di rabbia, non volle nemmeno pensare di portare in casa quell’oggetto, causa di tanti rancori e, senza esitare, lo buttò nell’immondizia.
Alla sera Renzo ripensò alla richiesta della nonna e, per non andare contro il suo desiderio, andò a recuperare il pacchetto che poche ore prima aveva buttato via. Preso l’involucro andò in camera, con delicatezza lo aprì e, con sua grande sorpresa, al suo interno c’era un coltello, un coltello caratterizzato da una lama ampia curvata in modo dolce verso la punta. L’utensile sembrava molto resistente, pur non essendo molto appuntito ed affilato, e la lama era di un colore argenteo, un po’ opacizzato per tutte le cibarie che aveva tagliato. Era molto spesso e pesante ed il nonno, a detta della nonna, sembrava maneggiano come una piuma: era anche molto lungo, si capiva che era stato un bel coltello, aveva l’impugnatura in legno usata talmente tanto che c’era ancora la sagoma della mano del nonno, in chiaro sul legno scuro del manico. Renzo rimase sorpreso ma anche deluso, insomma di sicuro un coltello non poteva essere la “chiave” del successo di una persona, non possedeva certo poteri magici. Il ragazzo dopo aver osservato quell’oggetto, lo mise in un cassetto. L’indomani, però, si chiese se quel coltello potesse ancora tagliare bene come una volta.
Quindi, corse a prenderlo, tornò in cucina e provò a preparare della carne. A Renzo sembrava che la lama non fosse mai stata affilata e che non tagliasse più, ma provò comunque a tranciare un filetto di manzo: con suo stupore la lama tagliò con un solo gesto tutto il filetto.
Renzo rimase stupefatto e, in men che non si dica, aveva già iniziato a tagliare anche le verdure: ogni taglio era sempre più veloce e sicuro del precedente. Egli rimane meravigliato per come la lama fendesse tutte le fibre, ma anche perché lo faceva velocemente e, senza accorgersene, aveva già tutto in pentola a cuocere.
Ma la cosa strana era che lui in cucina non era mai stato molto bravo!
Renzo rimase stupito da quel coltello e da come lo aveva fatto appassionare alla cucina, visto che da quel giorno iniziò a preparare piatti sempre più spesso e sempre più difficili, utilizzando lo stesso coltello speciale, che tagliava come un rasoio.
Un giorno andò ad una festa di compleanno con i suoi amici e riuscì a preparare una fantastica crostata di frutta favolosa, davanti a tutti, per dimostrare ai coetanei quanto fosse bravo in cucina. Vuoi il caso, vuoi la fortuna, il padre di un suo amico, Carlo, gestore di un ristorante, era presente ed assistette allo spettacolo di abilità, velocità, precisione e grazia che Renzo offrì. Il ristoratore Carlo non perse un secondo e andò subito a parlare con Renzo per convincerlo a lavorare per lui. Per il ragazzo fu un’occasione unica, tirò a lustro il suo coltello e iniziò a lavorare quasi tutte le sere per Carlo.
Sera dopo sera Renzo e il suo coltello preparavano sempre più manicaretti squisiti, superandosi ogni volta; iniziò a ricevere anche offerte di lavoro da ristoranti prestigiosi, ma   Renzo non accettava mai, non si sentiva pronto, fino a che non arrivò a casa sua un signore distinto: Steve, un manager in campo culinario, che voleva assolutamente avere Renzo al suo libro paga in America.

Ora decidi tu, caro lettore, se Renzo debba optare per la scelta A o per la scelta B.

A Renzo fu lusingato dalla proposta di Steve e ne fu tentato, ma prima di decidere prese tempo. Camminava avanti e indietro per la cucina, dibattuto sulla decisione da prendere, fino a quando lo sguardo non gli cadde sul coltello. In quel momento, si ricordò cosa avesse significato per la nonna e il nonno aver seguito la strada indicata dal successo in cucina: tante rinunce e assenze nella vita quotidiana. Renzo decise di non voler dedicare tutta la sua vita al coltello e alla cucina, ma di crearsi una famiglia a cui dedicare tempo, amore e di sicuro buon cibo.
Il nonno invece non era riuscito a capire che poteva scegliere solo uno dei due modi di vivere, o per il coltello o per la famiglia, e per questo sbaglio, che Renzo non aveva intenzione di rifare, il ragazzo avrebbe scelto solo, la famiglia. Un giorno Renzo avrebbe consegnato come la nonna il coltello ai suoi figli, ma col sorriso sulle labbra, per aver scelto la via migliore.

B Renzo era un po’ titubante in merito alla grande proposta di Steve, pensando anche a chi prima di lui aveva fatto quella scelta: il nonno.
Alla fine Renzo decise di non buttare il suo talento e di affrontare la nuova avventura accettando il lavoro. Con il suo coltello, sempre affilato e pronto agli usi più disparati, preparò piatti sempre più sofisticati, arrivando all’apice del successo e della sua carriera! Nei pochi momenti di pausa che il lavoro bellissimo gli permetteva, si concedeva delle riflessioni, ringraziando la nonna per il dono che gli aveva concesso, facendogli capire il talento che aveva.
Il coltello insomma vuole o tutto o niente per sé.

Perché queste scelte decisive dovrebbero sempre spettare a noi autori, assumendoci noi la responsabilità del destino di quei poveri protagonisti…e un domani forse degli “attori”?
Se Luigi Pirandello fosse qui, mi darebbe certo ragione, per cui ora scegli tu, lettore, il destino di Renzo, il finale del racconto, se A o se B, dando a questa Trama comunque il potere della Lama.

 

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